Il Mediterraneo è un mare affascinante e pieno di ottimi ancoraggi. Negli ultimi anni il numero di barche che navigano nel Mare Nostrum è aumentato notevolmente e le possibilità di ancoraggio si sono ridotte in modo considerevole.
Ne consegue che, soprattutto in estate, ci si trova a dover dar fondo in baie affollate e questo porta con se alcune inevitabili problematiche. Vediamo dunque quali sono le difficoltà con cui ci si deve confrontare ormai sempre più spesso:
1- Lo spazio a disposizione è limitato, quindi siamo costretti a dare meno calumo di quello che le previsioni meteo ci consiglierebbero. Per lavorare in modo ottimale infatti l’ancora ha bisogno di un giusto angolo di tiro, ovvero più possibile parallelo al fondo, ne consegue che più catena abbiamo filato meno saranno le possibilità di arare. Come regola personale tendo a calare catena almeno 5 volte la profondità, fino ad arrivare a 10 volte quando le previsioni sono di vento sopra i 35 nodi… spazio permettendo.


2- Dato l’affollamento di imbarcazioni nelle zone più prossime alla costa, a volte siamo costretti ad ancorare su fondali più profondi di quanto la nostra linea di ancoraggio ci consentirebbe o su fondali che degradano velocemente. In questo caso, appena l’ancora inizia ad arare il rapporto calumo/profondità si riduce drasticamente e di conseguenza anche la tenuta dell’ancora.
3- Le baie più sicure e confortevoli, quelle descritte sui portolani, durante la stagione sono prese d’assalto, può succedere quindi che, dato il sovraffollamento, si sia costretti a dare fondo in baie più esposte o con fondale non buon tenitore.
4- A volte ci troviamo ad ancorare con la terra sottovento, per cui se aumenta il vento e il nostro “ferro” ci molla scadiamo velocemente verso il pericolo invece che verso il mare aperto.
Da queste considerazioni ne risulta che, oggi più che mai, per navigare in sicurezza dobbiamo attrezzarci con una linea di ancoraggio ben dimensionata o sovradimensionata. Ho aggiunto la parola sovradimensionata non a caso: il dimensionamento spesso infatti viene fatto sulla base dei dati dell’imbarcazione, per ancoraggi su fondo buon tenitore, con vento sostenuto fino a 25 nodi. Nelle nostre crociere può capitare di dover affrontare anche situazioni più impegnative, per cui diventa fondamentale attrezzarsi con ancora, catena e stroppo adeguati.
Vediamo nel dettaglio questi aspetti.
ANCORA
Quali sono le caratteristiche da tener ben presente nella scelta di una buona ancora?
- Un buona ancora deve fare testa velocemente, altrimenti, inserita la retromarcia per testarne la tenuta, l’ancora indietreggia per diversi metri prima di “mordere” il fondale. Se questo accade, tutti i calcoli per un giusto posizionamento fra le varie imbarcazioni già ancorate saranno vanificati e ci vedremo costretti a ripetere la manovra di ancoraggio.
- L’ancora deve avere un’ottima tenuta sia su sabbia che fango. Ricordiamo che è poco sicuro e spesso vietato ancorare sulle praterie di Poseidonia.
- Deve avere ottima tenuta a trazione anche con un calumo ridotto (visto l’affollamento degli ancoraggi).
- L’ancora non deve spedare se il vento salta di direzione. Questo era un problema molto sentito con le ancore di vecchia generazione durante i passaggi frontali, con un repentino cambio di direzione del vento.
- Infine, un’ancora, se inizia ad arare, deve rifare testa velocemente o arare lentamente per dare tempo all’equipaggio di reagire.
Tipologie e dimensionamento.
A fronte di queste caratteristiche, possiamo cercare di individuare la migliore tipologia o il modello migliore di ancora.
Sulla stampa specializzata e su internet si trovano prove comparative che possono darci un’idea delle differenze fra le varie ancore. Di seguito alcuni esempi:

Steve di s/y Panope ha fatto un lavoro eccezionale, testando in diverse condizioni e filmando i comportamenti, sia quando l’ancora deve fare testa sia simulando salti di vento.
Parte del suo lavoro lo potete trovare insieme a quello di altri al seguente thread di Cruser’s Forum
Chi vuole può passare ore a vedere i video e leggere i commenti, alcuni dei quali davvero molto interessanti, ma personalmente ritengo che sia difficilissimo riuscire a definire quale sia l’ancora migliore in assoluto, le variabili in gioco sono molteplici e questi test hanno una bassa riproducibilità, per cui uno scarso valore scientifico.
In ogni caso se analizziamo comunque i dati, ci rendiamo conto che le differenze fra le ancore migliori sono minime. Al momento della scelta dell’ancora le prestazioni sono uno dei fattori determinanti, ma dobbiamo tenerne in considerazione anche altri: prezzo, materiale, forma e ingombro, visto che non tutte le ancore si possono adattare ad ogni musone. Per esempio, i modelli con rollbar difficilmente si sposano bene con la presenza a bordo di un bompresso per volare gennaker o code zero.
Personalmente sono arrivato alla conclusione che le ancore di nuova generazione sono da preferire alle vecchie, hanno prestazioni decisamente superiori, ognuno a seconda delle proprie esperienze/letture potrà be orientare e motivare e le proprie scelte, ma l’importante è scegliere un’ancora che si adatti bene al musone e sovradimensionarla! Infatti rimane vero che a parità di modello, l’ancora più grande tiene di più di quella piccola, per cui per dormire sereni e sicuri dobbiamo investire qualche euro e avere qualche kg in più a prua.
I produttori forniscono tabelle dove a seconda della grandezza e tipologia della barca ci viene consigliato quanto grande deve essere l’ancora. Attenzione: spesso l’ancora consigliata è per venti sostenuti fino a 25/30 nodi. Personalmente tendo a sovradimensionare di uno o addiruttra due step; è vero che i pesi alle estremità vanno limitati, ma per una barca di 55’ che pesa 25 tonnellate in assetto da viaggio, avere a prua un’ancora di 30 kg o una di 45 kg cambia ben poco, mentre la tenuta e la sicurezza che derivano da questo piccolo aumento di peso è esponenziale!
Anche in questo articolo del CCOA (Cruising Club Of America) si giunge alle stesse conclusioni:
“If you want to eat well buy a small anchor, if you want to sleep well buy a big anchor”
LINEA DI ANCORAGGIO
Un buon ancoraggio non dipende solo dall’ancora: la scelta della catena e dello snodo sono altrettanto importanti per la sicurezza ed il comfort di bordo.
Snodo si, snodo no?
Lo snodo permette all’ancora di ruotare e entrare nel musone in posizione corretta, quindi è molto comodo, ma deve essere di ottima qualità e va controllato spesso, in quanto può costituire l’anello debole della linee di ancoraggio.

Gli snodi si possono rompere se sottoposti a carichi laterali, criticità accentuata dall’elevata tenuta delle ancore moderne che non sempre ruotano velocemente dopo un improvviso salto di vento. Per ovviare a questo problema possiamo interporre alcuni anelli di catena o un grillo ben dimensionato fra lo Swivel e l’ancora. L’importante è evitare l’effetto leva che può aprire la girella come nell’esempio in foto.

Tutta catena o linea mista catena/tessile?
La catena ha l’indiscutibile vantaggio di essere più resistente all’abrasione rispetto alle cime, motivo per cui almeno i primi metri della linea di ancoraggio devono essere di catena; a questo primo tratto possiamo poi impiombare una cima.

I vantaggi del tessile non sono solo la leggerezza ma anche l’elasticità, di contro la cima tessile non viene sempre alata dal nostro salpa ancore e resiste molto meno allo sfregamento.
Considerando le prestazioni, possiamo dire che la catena grazie alla catenaria che il proprio peso crea, aiuta a far lavorare bene l’ancora, dandogli un tiro più orizzontale e un minimo di ammortizzazione durante il brandeggio. Questo però è vero fino a a che la brezza non supera i 15/20 nodi: se il vento inizia a “rinfrescare” la catenaria diminuisce e in queste condizioni l’elasticità della cima aiuta la tenuta dell’ancora assorbendone gli strattoni dati dal movimento.
Stroppo: che cosa è, come funziona e perché usarlo?
Per chi utilizza una linea tutta “di catena” è di fondamentale importanza utilizzare lo stroppo. Questo spezzone di cima, agganciato alla catena e dato volta a una bitta di prua, serve per togliere il carico del tiro della catena dal salpancore, evitandone una precoce usura dei paraoli e dei cuscinetti. Oltre a ciò, l’elasticità della cima agisce da ammortizzatore, smorzando gli strappi su tutti gli elementi della linea di ancoraggio rendendo la permanenza a bordo più piacevole, silenziosa e sicura! Per fare questo lo stroppo deve essere abbastanza lungo almeno 10 metri, affinchè abbia la necessaria elasticità. Per ridurre la lunghezza della cima possiamo ricorrere a un ammortizzatore da ormeggi come mostrato nella foto.
