Immaginiamo di immergerci n una realtà incantata, quasi da fiaba, immaginiamo di trovarci su un pontile, magari di notte, quando il porto dorme e le acque sono tranquille. Immaginiamo che, come in una fiaba, le barche prendano vita, si sveglino, e comincino a chiaccherare tra loro, raccontandosi aneddoti, avventure e a presentarsi tra loro...
Il mio nome è Malù.
Le più giovani e inesperte mi danno della vecchia signora (le più educate mi chiamano “classica”), io abbozzo un sorriso con stile e a volte le svernicio sopravento. Vi assicuro che nonostante l’età si girano ancora in molti a guardarmi.
Sono un Freya 45, la mia serie prende il nome da una divinità nordica dell’amore, non propriamente platonico, da quel che ho capito…
Non per vantarmi, ma vi do le mie misure: lft 13,60, larghezza 3,80, pescaggio 2.30, albero passante di 17mt e 65 cm. Sotto la superfice dell’acqua ho chiglia importante anche se non lunga e timone separato su skeg. Ponte in teak che da prua corre libero e piatto fino all’albero, tuga squadrata e corta, pozzetto riparato con trasto della scotta di randa davanti alla colonnina della timoneria. Quattro winch in pozzetto, due sulla tuga ai lati del tambucio di entrata e due all’albero per le drizze, alla vecchia maniera.
Sono armata a sloop, albero a due ordini di crocette in linea, stralletto amovibile per la trinchetta e sartie volanti perchè nonostante l’età mi diverto ancora a bolinare con vento fresco.
Gli interni, rispetto ad altre mie coetanee sono meno capienti, ospitano in crociera fino a 8 persone. Certo si devono conoscere bene ed avere un po’ di pazienza, ma con il giusto spirito il comfort è assicurato e anche il divertimento. Otto cuccette di cui una di guardia con un tavolo da carteggio vero, dinette trasformabile, un bagno e angolo cucina. Sono motorizzata con un Perkins da 50 cv posizionato a centro barca, sotto il tavolo della dinette, ma vi assicuro che appena la brezza rinforza un poco, ma poco poco, mi muovo molto più veloce a vela. Per finire sono dotata di un bel gavone di prua stagno per la linea di ancoraggio al quale si accede dalla cabina di prua.
Mi hanno disegnata nel 1967 a New York negli uffici dello studio Sparkman & Stephens. In quel periodo lavorava da loro anche un giovane German Frers e pare che anche lui abbia contribuito ai disegni del progetto N. 1930, il mio. Non ne ho la certezza ma mi piace pensarlo.
Comunque sia andata ne sono uscita io e, con altre cinque mie sorelle, sono stata costruita dallo storico Cantiere Benello di Livorno. La serie che mi riguarda è la MK II che differrisce dalla prima per la costruzione di scafo e coperta in sandwich di vetroresina con anima in espanso di airex e non in solido, perciò sono più leggera delle mie sorelle maggiori; sarà per questo che mi muovo agile anche con le leggere brezze estive mediterranee.
Nel mio caso il primo armatore, Ing. Manlio Gallo, in quegli anni storico direttore del Rina di Livorno, è stato il supervisore della costruzione e mi ha fatto toccare l’acqua per la prima volta nel 1978.
Che emozione e che ricordi! I primi bordi, le prime miglia, le crociere e le regate, la compagnia e le cure dei quattro armatori che si sono succeduti nella mia vita e che mi hanno sempre trattata con cura e rispetto e da me ricambiati al meglio che potevo.
Pensate che il terzo armatore mi voleva così bene che dal 2009 al 2013, presso il cantiere Pier 12 di Ravenna, mi ha ristrutturata in maniera così profonda che quando ho nuovamente toccato l’acqua mi sentivo venti anni di meno.
Ma fermiano i ricordi…
Ora sono in Tirreno con il mio attuale armatore con il quale ci stiamo divertendo a scoprire i nostri reciproci pregi e difetti, navigando spesso tra le isole Pontine e le Flegree e aspettando la prossima annata per spingermi più a sud e macinare altre miglia. Perché, dimenticavo, io sono una di quelle che amano navigare al largo più che entrare e uscire dai porti, sono nata per questo. Preferisco di gran lunga l’ampio orizzonte agli spazi stretti e artificiali.
Mi auguro di incrociarvi in mare e nel frattempo buon vento a tutte.
(Autore: Paolo Bolla, armatore di Malù)



